1 Tour di Trevi con audioguida. Percorrendo il nuovo tratto della Strada Statale Flaminia, tra le località di Foligno e Spoleto, ai piedi dei Monti Brunette e Serano, vediamo spiccare, arroccata su di un colle ed immersa tra gli ulivi, la città di Trevi (412 m s.l.m.). Iniziamo il nostro giro da Piazza Garibaldi, qui abbiamo a disposizione numerosi parcheggi tra i quali uno coperto, sottostante la piazza.
2 Da Piazza Garibaldi, volgendo lo sguardo verso il centro storico, alla nostra sinistra, si accede, attraverso un cancello in ferro, a Villa Fabri. Costruita alla fine del cinquecento ed inaugurata nel 1603 da Girolamo Fabri, è indicata con nomi diversi a seconda dei proprietari. Il piano nobile è riconoscibile dalle tre arcate centrali e dalle finestre ad edicola. Le facciate sono state adornate, tra il 1912 e il 1914, con i graffiti che rappresentano angeli, santi e le città della Boemia. Finemente decorata all’interno, con affreschi databili agli inizi del seicento, la villa è impreziosita dalla presenza di una cappella il cui ciclo decorativo, realizzato tra il 1912 ed il 1914, costituisce l’unico esempio, insieme alla cripta di Montecassino, dell’attività in Italia del movimento artistico di Beuron. Intorno all’edificio si sviluppa un magnifico giardino all’italiana con una splendida veduta panoramica.
3 Uscendo da Villa Fabri svoltiamo a sinistra per Via Roma. Dopo pochi passi, alla nostra sinistra, affacciato su di una piccola piazza, si trova il Teatro Clitunno, costruito nel 1875, su progetto di Domenico Mollaioli. I lavori vennero portati a termine con i fondi forniti dal comune cittadino e dai privati, che si assicurarono così, per la propria famiglia, un palchetto privato durante gli spettacoli. Il Teatro presenta due ordini di palchi con un loggione, per una capienza di circa 200 spettatori ed è impreziosito dal sipario, risalente al 1877, opera di Domenico Bruschi, raffigurante l’imperatore Caligola mentre offre sacrifici al Dio Clitunno.
4 Riprendendo Via Roma, dopo circa 20 metri, abbiamo la Chiesa di San Giovanni, oggetto di un intervento radicale ottocentesco, di tipo neoclassico, che ha interessato sia la facciata che l’interno. Di fronte alla chiesa, sulla parete del palazzo che fa angolo con Via Zappelli, possiamo ammirare il Disegno Monocromo che raffigura la favola di Atteone, eroe mitologico greco allevato da Chirone e divenuto cacciatore assai valente, mutato da Diana in cervo. In basso, al di sotto di tre stemmi, vi è la data dell’opera, 1512.
5 Prima di arrivare in Piazza Mazzini, sotto il portico del Palazzo Comunale, alla nostra sinistra, notiamo l’Affresco dei Santi Vincenzo e Benigno, raffigurante la Madonna con angeli ed i principali santi protettori della città: S. Emiliano, sulla sinistra, S. Vincenzo, al centro e S. Benigno, a destra. Venne realizzato nel 1704, in occasione del trasporto, da Lucca a Trevi, delle reliquie dei Santi Vincenzo e Benigno.
6 In Piazza Mazzini, posta nel cuore della città ed all’interno della più antica cerchia muraria, si affaccia il Palazzo Comunale, le cui origini risalgono al duecento, sebbene l’aspetto attuale sia dovuto a dei rimaneggiamenti intervenuti tra il XV e il XVII secolo. Accanto al Palazzo Comunale spicca la bellissima Torre civica, costruita intorno al trecento ed oggetto di vari interventi di ricostruzione nei secoli successivi.
7 Da Piazza Mazzini prendiamo Via Dogali. Qui, dopo essere passati dinanzi al quartiere ebraico, facilmente riconoscibile grazie anche ad alcuni distintivi motivi architettonici, dopo poche decine di metri, a salire, incontriamo il maestoso Arco del Mostaccio, una delle porte della città appartenenti alla prima cerchia muraria di Trevi, fortemente rimaneggiato nel XIII secolo, epoca a cui risale l’arco ogivale e la sovrastante bifora.
8 Torniamo ora in Piazza Mazzini e saliamo verso la parte alta della città. Procedendo lungo via Carlo Amici, dopo circa 80 metri, ci troviamo dinanzi a tre absidi, risalenti al XIII secolo, che preannunciano la Chiesa di Sant’Emiliano. La Chiesa, radicalmente trasformata e ampliata nella seconda metà del quattrocento, venne in gran parte rifatta nella seconda metà dell’ottocento, su progetto dell’architetto Luca Carimini. Della costruzione rinascimentale rimangono il Portale con il suo timpano in altorilievo, parte della facciata e la porta tamponata sul lato est. L’interno, in bello stile neoclassico, conserva nell’abside minore e nella parete sud, affreschi del XVI secolo.
9 Di fronte al Duomo, si trova Palazzo Lucarini, di origine quattrocentesca, la cui facciata presenta due portali del XVI e del XVII secolo. Il Palazzo è oggi sede del Centro per l’Arte Contemporanea “Palazzo Lucarini Contemporary”, nato con l’intento di produrre, promuovere e diffondere l’arte e più in generale la cultura della contemporaneità nelle sue molteplici manifestazioni (Tel. 0742 381021).
10 Torniamo nuovamente in Piazza Mazzini. Prendiamo per Via S. Francesco e dopo circa 20/30 metri, notiamo sulla destra la “Porta del morto”. Posta solitamente accanto alla porta d’ingresso principale dell’abitazione, questa porta, che non arrivava al livello stradale, era sempre murata e veniva aperta soltanto al momento dell’uscita, dalla casa, della bara con il morto. Di questa usanza medievale abbiamo, in genere, due versioni. Secondo un’antica credenza popolare, non far uscire la bara dall’ingresso principale equivaleva a far restare lo spirito del morto all’interno della casa, mentre, secondo un’altra versione, di ordine più pratico, questa porta serviva a far uscire la bara dalle abitazioni medievali in quanto, al loro ingresso, partiva sempre una scalinata ripida e stretta che ne avrebbe impedito il passaggio.
11 Proseguendo, giunti al termine di Via S. Francesco, ci troviamo dinanzi alla Chiesa omonima. Edificata tra la fine del tredicesimo ed il quattordicesimo secolo, la Chiesa di San Francesco, ad un’unica navata e con il tetto a capriate in legno, presente al suo interno troviamo, oltre a dei pregevoli affreschi databili tra il quattordicesimo e il quindicesimo secolo anche il prezioso crocifisso del Maestro della Croce di Trevi (1315-1320), storicamente collocato nell’abside della chiesa ed un meraviglioso organo a canne del 1509, rarissimo esemplare di organo da muro, il più antico in Umbria ed uno dei più antichi in Europa.
12 La Chiesa di San Francesco fa parte del ben più grande complesso dell’ex convento di San Francesco, sviluppatosi a Trevi a partire dal tredicesimo secolo e restaurato da Giuseppe Valadier a seguito del terremoto del 1832, per ospitare i collegiali di palazzo Lucarini. Costeggiando l’edificio, sulla destra, giungiamo all’entrata del Complesso Museale di San Francesco che ospita al suo interno il Museo della Civiltà dell’ulivo e la Raccolta d’arte di San Francesco. Da non perdere la Madonna con Bambino benedicente del Pinturicchio e l’Incoronazione della Vergine dello Spagna. (Tel. 0742 381628).
13 All’uscita del museo, prendiamo alla nostra destra, Via Lucarini. Questa via, che corre lungo le antiche mura medievali, dopo poche decine di metri ci condurrà al Torrione circolare, risalente al XIII-XIV secolo. Da qui è possibile ammirare la splendida vallata sottostante su cui si affacciano le città di Spello, Assisi e Perugia, mentre dinanzi a noi spicca Montefalco con alle spalle i Monti Martani.
14 Risaliamo Via Lucarini e dopo poche decine di metri giungiamo nuovamente in Piazza Garibaldi. Prima di riprendere la macchina, per la gioia dei più piccoli ed il riposo dei più grandi, consigliamo di inoltrarvi nell’adiacente Parco Ciuffelli con tanti giochi a disposizione per tutte le età e con il suo lungo viale alberato, noto a tutti i trevani come “La Passeggiata” che ci condurrà, come per incanto, sino alla Chiesa di San Martino.
15 La Chiesa di San Martino, con annesso convento, è stata edificata nel quindicesimo secolo, in prossimità del luogo ove, in passato, vi era la Chiesa detta di San Martino della Pieve. Di particolare interesse, posta alla sinistra del piazzale, troviamo la Cappella di S. Girolamo, sulla cui parete sinistra, spicca un grande affresco, un autentico capolavoro di Giovanni di Pietro detto Lo Spagna, raffigurante la Madonna Assunta in cielo tra Angeli e Santi e sullo sfondo una veduta della valle con al centro Foligno. Imperdibile, la sosta al belvedere sottostante, noto a tutti come “La Panoramica”, per un’emozione unica ed indimenticabile.
16 Spostandoci verso la pianura, in direzione Borgo Trevi, possiamo visitare a circa 500 metri dal centro storico, la CHIESA DELLA MADONNA DELLE LACRIME. Realizzata tra la fine del quattrocento e l’inizio del cinquecento, la chiesa presenta al suo interno due preziose cappelle, la Cappella dei Magi, affrescata dal Perugino e la Cappella di S. Francesco, opera dello Spagna.
17 Continuando a scendere verso Borgo Trevi, percorrendo la strada statale Flaminia, direzione Foligno, incontriamo il cartello “Pietrarossa”. Seguendo l’indicazione, andando dritti per circa 200 metri, appena oltrepassato il sottopassaggio della ferrovia, troviamo l’incantevole CHIESA DI SANTA MARIA DI PIETRAROSSA. La chiesa è citata per la prima volta nel 1095, nelle Carte dell’archivio del Monastero di Sassovivo di Foligno come “Santa Maria da Trevi”. Sia all’esterno che all’interno, la chiesa è rivestita di affreschi. Gli affreschi in S. Maria di Pietrarossa sono in tutto circa novanta.
18 Spostandoci in direzione Campello sul Clitunno, giungiamo all’incrocio per Bovara. Dopo circa 100 metri, giriamo a destra, per Via Don Sturzo e dopo avere costeggiato un alto muro fatto costruire nel 1546 dall’abate Francesco Mugnoni, raggiungiamo la CHIESA DI SAN PIETRO A BOVARA. Risalente al dodicesimo secolo, la chiesa è un eccellente esempio di stile romanico. Purtroppo ad oggi, essendo in attesa di restauri, la chiesa è visibile solo esternamente.
19 Dalla Chiesa di San Pietro a Bovara, continuando a salire, poco dopo aver attraversato la località La Valle, si arriva alla CHIESA DI SANT’ARCANGELO DI PIGGE. Si tratta di una chiesa molto antica che viene citata già nei brevi di alcuni papi tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo. Se pur visibile solo esternamente rimane comunque un incantevole luogo di silenzio e di contemplazione.
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